Guido Cavalcanti

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Guido Cavalcanti: riassunto vita e opere di Cavalcanti

Vita di Guido Cavalcanti (1255,’59- 1300):

guido cavalcanti riassunto vita e pensieroGuido Cavalcanti nasce da una nobile e potente famiglia fiorentina tra il 1255 e il 1259. Fu guelfo di parte bianca e intimo amico di Dante. Fu fieramente avverso a Corso Donati, capo della fazione rivale, cioè dei guelfi neri. I due arrivarono perfino a scontrarsi in una rissa.

Guido Cavalcanti fu quindi esiliato, insieme ai capi più rivoltosi delle due fazioni, nel 1300, a Sarzana (in quell’anno tra i priori di Firenze c’era anche Dante). Fu richiamato a Firenze nello stesso anno, perché malato, e qui morì pochi mesi dopo (1300).

A queste scarse notizie biografiche, si aggiungono i ritratti di Dino Compagni e Giovanni Villani, cronisti dell’epoca, e poi quelli di Giovanni Boccaccio, in una celebre novella.
Fu uomo aristocratico, schivo, raccolto in se stesso e nelle sue meditazioni sulle ragioni e il significato dell’esistenza. Fu appassionato filosofo e seguì la dottrina di Averroè.
La sua vita tormentata non approdò mai a una fede rasserenatrice.

Opere e pensiero di Guido Cavalcanti: Il canzoniere

Al centro del canzoniere di Guido Cavalcanti c’è l’amore, colto nel suo carattere di sublime avventura dell’anima, ma espresso con una maggiore angoscia, un intimo tormento.
Egli infatti concepisce l’amore come passione, propria della parte sensitiva dell’anima. Esso non eleva quindi spiritualmente, ma è un sentimento violento e tormentoso, che distrugge ogni facoltà del poeta, sia fisica che spirituale.
La donna non è un faro di luce e mezzo tramite cui si raggiunge Dio, ma creatura terrena, che il poeta contempla in un’esaltazione estatica, priva di ogni carattere morale o religioso.
Amore è dunque una forza tirannica che ci esalta con illusioni che si rivelano poi false.

Da qui deriva l’alternarsi di immagini di luce e tenebra, gioia e tormento: l’illusione e la disillusione.

Il tratto più spiccatamente stilnovistico è il fatto che questo dramma è colto nell’intimo della coscienza del poeta.
I personaggi sono le varie manifestazioni dell’anima, gli spiriti personificati; l’atmosfera è rarefatta e irreale, a volte da incubo.
Amore è arciere implacabile che incalza con le sue saette l’Anima, incapace di difendersi. Ogni elemento è colto come riflesso nell’io del poeta.
Il ritmo è evanescente e gentile, non tende a formulare concetti netti o immagini corporee, ma a suggerire un’itima musica del cuore.

Canzoni di Cavalcanti più famose:

  • Chi è questa che ven, ch’ogn’om la mira
  • Voi che per li occhi mi passaste ‘l core

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