ORLANDO INNAMORATO
Grande poema cavalleresco iniziato dal Boiardo intorno al 1476.
La prima parte conteneva un primo libro di 29 canti e un secondo di 31 e fu pubblicato a Reggio nel 1483.
Poi il lavoro procedette a rilento e rimase incompiuto al canto nono del terzo libro, a pochi mesi dalla morte del poeta, al tempo della calata in Italia di Carlo VIII, alla quale allude dolorosamente l’ultima ottava del poema.
Come si vede già dal titolo, Boiardo fonde i due grandi cicli della letteratura cavalleresca francese del Medioevo: quello Brettone e quello Carolingio.
Orlando è l’eroico paladino dell’epopea carolingia, incentrata sulla lotta della Francia contro i Musulmani, ma l’aggettivo “innamorato” rimanda alle storie d’amore del ciclo brettone, di re Artù, dei cavalieri della Tavola Rotonda, di Tristano e Lancillotto.
Nella lunga tradizione di questa letteratura, ugualmente accetta all’aristocrazia e alle classi popolari, i due cicli si erano andati progressivamente fondendo.
Nel poema di Boiardo la fusione è completa: l’epopea carolingia offre la struttura, il ciclo bretone offre l’elemento avventuroso, amoroso, romanzesco, che diviene predominante.
Orlando innamorato unisce in sé la prodezza guerriera e l’amore, l’ENERGIA e la GENTILEZZA.
TRAMA GENERALE:
A una fastosa giostra imbandita da Carlo Magno, durante un banchetto con oltre ventimila guerrieri cristiani e saraceni, appare all’improvviso Angelica.
Ella è figlia di Galofrone, re del favoloso regno orientale del Catai, fanciulla di sublime bellezza che fa subito innamorare tutti i cavalieri. Angelica sfida i guerrieri a combattere con suo fratello Agalìa: chi vincerà diventerà suo sposo.
Ma la sfida cela un inganno: Agalia è munito di armi fatate e il padre l’ha inviato in Francia per togliere a Carlo Magno il fiore dei suoi guerrieri.
Infine Agalia è ucciso dal saraceno Ferraguto, ma intanto Angelica è fuggita, inseguita dai guerrieri cristiani, tra cui i cugini Orlando e Ranaldo. Giunto in una selva, però, Ranaldo beve a una fonte che lo fa disinnamorare, e Angelica beve a un’altra fonte che invece la fa innamorare follemente di lui.
Dopo altre vicende, troviamo Angelica nel suo regno, rifugiata nel castello di Albracca, dove è difesa da Orlando contro Agricane, re di Tartaria, innamoratosi di lei.
Intorno all’assedio si intrecciano mille episodi e la lotta si conclude con il tremendo duello tra Orlando e Agricane, che resta ucciso.
Poi l’azione si sposta di nuovo ad occidente, dove la Francia è minacciata dagli infedeli. Qui accorre Orlando, non per spirito patriottico o cristiano, ma per seguire Angelica che vuole ritrovare il suo amato Ranaldo. Ma i due bevono di nuovo con inversa sorte alle fontane incantate. Ora Angelica odia Ranaldo, mentre questo è innamorato follemente di lei e per tale motivo entra in duello col cugino Orlando.
Carlo Magno li separa e promette Angelica in sposa a chi dei due si comporterà più valorosamente nell’imminente battaglia coi saraceni. Qui il poema si interrompe.
ALTRI EPISODI E CARATTERI GENERALI:
Vi sono altre avventure, intrecciate con elementi favolosi e vissute da un numero incredibilmente grande di personaggi. Può sembrare addirittura che manchi ordine nel poema e ciò a volte è vero, a causa dell’impazienza con cui la corte attendeva l’opera e che portò Boiardo a lavorarvi in fretta e con continue sollecitazioni. Ma nell’ultima parte del poema, il poeta avrebbe certo svolto alcuni temi unitari già accennati: il matrimonio di Ruggero con Brandiamante, capostipiti della casa d’Este, e la morte dell’eroe, la battaglia di Parigi e la sconfitta dei Pagani.
Ma nonostante questo disegno prestabilito, la fantasia stessa del narratore Boiardo lo porta a creare una vivacissima successione di avventure che determinano una certa dispersione, e anche lo stile dà sovente l’impressione di qualcosa di incompiuto, di frettoloso. Ma l’energica vitalità del racconto avvincono il lettore e li fanno meno sentire certi difetti di elaborazione.
L’intima ispirazione del poema è l’IDEALE CAVALLERESCO, con il suo corredo di virtù a cui Boiardo guardava con ammirazione, e che erano ben più vicine alla corte ferrarese di quanto lo fossero per la Firenze borghese del Pulci.
Ma questo ideale si fonde con lo SPIRITO UMANISTICO. L’ideale del nobile guerriero si fonde con l’aristocrazia ferrarese del Rinascimento, che di esso mantiene il culto dell’amore, l’ardore di prodezza e di gloria, uniti a valori nuovi della propria epoca: l’adesione alla natura, il libero dispiegarsi della vita e dei sensi e, soprattutto, l’affermazione della propria INDIVIDUALITA’, che va a sostituirsi alla Sacra Investitura voluta da Dio.
In Boiardo dominano le FORTI PASSIONI, quella amorosa, eroica, guerriera.
STILE:
Il linguaggio dell’ Orlando Innamorato è energico e pittoresco; i personaggi sono lineari e privi di complessità spirituale.
Il poeta a volte guarda con un sorriso i suoi personaggi, mostrando il suo distacco consapevole da questo mondo di sogno. Egli sentiva tuttavia la nostalgia di questo antico e nobile mondo, un ideale di vita forte e gentile, ormai al tramonto.