Luigi Pulci

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Luigi Pulci
VITA (1432-1484)
Luigi Pulci ritratto Giuseppe Benaglia
Luigi Pulci ebbe vita grigia e travagliata, a causa delle difficoltà economiche e delle traversie familiari che a esse conseguirono.
Nacque a Firenze nel 1432 da nobile e antica famiglia, già molto dissestata. A 19 anni, suo padre morì ed egli dovette cercare impiego presso un facoltoso cittadino che lo presento alla famiglia de’ Medici.
Dal 1461 cominciò a frequentare la loro casa, e qui fu accolto e protetto dalla madre di Lorenzo il Magnifico, Lucrezia Tornabuoni, autrice di laudi sacre e di storie bibliche ed evangeliche in TERZA RIMA e in OTTAVE. Fu lei a esortarlo a scrivere la sua opera maggiore, il MORGANTE, sperando che il Pulci non solo avrebbe ridato una dignitosa veste letteraria ai rifacimenti popolari delle storie dei paladini di Carlo Magno e delle lotte contro i Musulmani, ma ne avrebbe anche messo maggiormente in rilievo lo SPIRITO RELIGIOSO.
Pulci ebbe anche una grande e intima amicizia con Lorenzo, che lo aiutò anche economicamente, soprattutto nei momenti più difficili, come quando il fratello di Luigi finì in carcere per debiti.
Dopo il 1473, il Pulci dovette spesso lasciare Firenze, poiché si era messo al servizio di un potente condottiero dell’epoca, Roberto di Sanseverino.
Dimorò, tra l’altro, a BOLOGNA, a PISA e a MILANO.
Mentre accompagnava il Sanseverino, di cui era diventato procuratore, a Venezia, morì a Padova nel 1484.
Poiché era considerato eretico e dedito a pratiche di magia, fu sepolto in terra non consacrata.

Luigi Pulci firenze

PROFILO
Il Pulci ebbe temperamento vivace ed esuberante, portato spontaneamente a cogliere il lato comico e caricaturale delle cose, ma anche capace di meditare con intelligenza libera e aperta complessi problemi filosofici e religiosi.
Fu uno spirito libero e spregiudicato, a volte paradossale, arguto e bizzarro, ma cordiale e allegro, nonostante la sua vita spesso difficile.
Non ebbe una vera cultura umanistica, anche se più di un’eco dovette giungergli dai suoi dotti amici alla corte dei Medici (Lorenzo, Poliziano, Marsilio Ficino).
Ma Pulci, distratto dagli studi anche dalle necessità della vita, fu attratto soprattutto dalle voci e i modi della letteratura popolare, più vicina al suo spirito rispetto a quella dotta.
Egli è il rappresentante più vivo del gusto popolaresco che si trova affiancata, nella nostra letteratura fiorentina del Quattrocento, al recupero dei classici. In Pulci la prima tendenza è dominante, se non univoca.

OPERA
>> OPERE MINORI: Pulci compose strambotti, frottole, sonetti.
LA BECA DI DICOMANO
Poemetto rusticano in ottave in cui il contadino Nuto canta la sua bella Beca, deformazione dialettale di Domenica, usando forme rozze al limite della caricatura (come nella NENCIA DA BARBERINO di Lorenzo de Medici)

GIOSTRA
Poemetto scritto per celebrare Lorenzo de’Medici, vittorioso in un torneo.

>> IL MORGANTE

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