Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio – Machiavelli

Discorsi sopra la prima deca di tito livio machiavelli
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DISCORSI SOPRA LA PRIMA DECA DI TITO LIVIO
Discorsi sopra la prima deca di tito livio machiavelli

Machiavelli iniziò a scrivere i DISCORSI nel 1513. Interruppe il primo libro per stendere, di getto, il PRINCIPE e ne aggiunse altri due tra il 1514 e il 1521, per un totale di 3 LIBRI.
Come si capisce già dal titolo (che viene infatti dal latino “DISCURRERE“), si tratta di divagazioni, di considerazioni sparse, nate dalla lettura approfondita dei primi dieci libri della storia di Roma dello storico romano TITO LIVIO.
Si parla, come nel PRINCIPE, del problema dello Stato, ma qui il tono è più PACATO, l’atteggiamento è più meditativo e complesso.
Si parte ancora una volta dalla reale situazione attuale dell’Italia. La storia romana diventa un MODELLO IDEALE per una solida costruzione politica.
Il PRINCIPE riguarda la costituzione di un nuovo Stato, il momento di ROMOLO, mentre I DISCORSI tendono a rappresentare lo Stato come istituzione, osservato nella sua durata e nel suo sviluppo, lo Stato come complesso di ordinamenti e di leggi. Si tratta del momento rappresentato da NUMA POMPILIO, il sovrano legislatore.
La forma di governo simpatizzata dall’autore non è la monarchia, ma la REPUBBLICA. Tema centrale dell’opera è la definizione del BENE COMUNE, fine supremo della vita dello Stato.
Gli ORDINAMENTI e le LEGGI diventano realtà concrete, trasformate e modellate di continuo dalle lotte dei vari partiti. Questo è il VIVERE LIBERO, contrapposto al VIVERE SERVO.
Nei DISCORSI SOPRA LA PRIMA DECA DI TITO LIVIOA, sono affrontati molti problemi tralasciati nel PRINCIPE: quello della RELIGIONE, che ha un valore etico e politico, ed è un mezzo di coesione del popolo; quello della libertà e della legge.
Niccolò Machiavelli riprende la teoria dell’ANACICLOSI di Polibio: esistono tre forme di governo che si ripetono naturalmente, la monarchia, l’aristocrazia e la democrazia e che, se non si autolimitano ed equilibrano, degenerano rispettivamente in tirannide, oligarchia e oclocrazia (demagogia).
Il governo si forma per un progressivo e naturale processo di civilizzazione dell’uomo che si organizza ed esce dalla sua naturale ferinità.


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