LUCIO ACCIO

VITA
Lucio Accio nacque a Pesaro nel 170 a.C. da genitori liberti e forse appartenenti al gruppo di colonizzatori che al seguito di Quinto Fulvio Nobiliore aveva fondato la città nel 184 a.C. .
Entrò a Roma come tragediografo nel 140 a.C. e qui si avvicinò alla parte più conservatrice. Per lui ebbe grandissima importanza la propria affermazione sociale.
Frequentò il COLLEGIUM POETARUM e morì non prima dell’86 a. C. (poiché conobbe Cicerone).
OPERA
Sul modello di Ennio, Accio si cimentò in vari generi: fu poeta, ma si occupò anche di grammatica, di filologia e di critica letteraria. Compose degli ANNALES (27 LIBRI), ma sembra che fossero una sorta di “calendario poetico” con riferimenti a feste e rituali.
Compose anche un libro di SOTADICA, ma non si sa dove fossero dei semplici versi licenziosi su modello dell’alessandrino Sotade, oppure questioni grammaticali trattate in versi sotadei.
Accio fu critico letterario e filologo nei 9 libri dei DIDASCA’LIA, scrtte in forma mista di versi e prosa e trattanti diverse questioni di grammatica e filologia.
Argomenti teatrali erano trattati nei PRAGMATICA.
Argomenti agricoli si trovano nei PARERGA.
TRAGEDIE: Lucio Accio fu soprattutto tragediografo e abbiamo 46 TITOLI di coturnate, di cui alcune a ciclo troiano, alcune riguardano la storia di Pèlope e dei suoi discendenti e altre sono del ciclo tebano. Prende spunti da tutti e tre i tragediografi greci.
STILE:
Accio è sempre alla ricerca del vocabolo raro e del neologismo, e scrisse con una ricerca stilistica manieristica e artificiosa (RETORICA ARIANA) e un acuto indagatore delle passioni. Rinuncia agli arditi composti di Pacuvio.
La sua fortuna come tragediografo va legata al periodo storico di Roma: c’era una lotta politica interna che aveva oscurato la commedia. Ha un interesse politico (praetexte) per i TIRANNI e gli EROI TITANICI.