Gaio Giulio Cesare

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Gaio Giulio Cesare

Vita e opera di Gaio Giulio Cesare

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VITA 

Gaio Giulio Cesare nacque nel 100 a. C. da una famiglia patrizia e percorse il cursus honorum. Nel 60 stipula in segreto il Primo triumvirato con Crasso e Pompeo. Eletto console nel 59, riesce a ottenere per cinque anni il governo proconsolare della Gallia romanizzata e, col pretesto di tutelare la sua provincia, dal 58 al 52 conquista l’intera Gallia.
In questo tempo (si era già procurato il proconsolato per altri cinque anni) le truppe gli diventano molto fedeli, e con queste decide di invadere l’Italia dopo che viene rifiutata la sua candidatura al cnsolato.
Nel 45 dà il via alla guerra civile e sconfigge Pompeo a Farsàlo nel 48. Gli viene assegnata la dittatura a vita (49), ma viene assassinato il 15 Marzo del 44.

OPERA

I COMMENTARII
Il commentario propriamente detto era qualsiasi cosa costituisse una memoria da destinarsi all’archivio e non alla pubblicazione.
La loro dignità letteraria si eleva per divenire scarno “canovaccio” da destinare agli storici per la rielaborazione stilistica. Cicerone però nel BRUTUS ne elogia l’essenziale eleganza che non ha bisogno di ulteriori riferimenti stilistici.
Del resto il genere del commentarius si prestava di per sé a vari registri e sperimentazioni. Cesare tende a improntarlo al genere dell’HISTORIA.

DE BELLO GALLICO o C. IULII CAESARIS COMMENTARII RERUM GESTARUM
In 7 libri, fu pubblicato tra il 51 e il 50, ma la composizione è incerta. Irzio testimonia che Cesare lo compose di getto prima della pubblicazione, ma ciò non spiega l’evidente evoluzione stilistica verso i canoni dell’historia (discorso diretto, lessico variato). Probabilmente lo scrisse anno dopo anno durante i riposi invernali e lo rivide ai fini della pubblicazione.
Obiettivi della narrazione:
Cesare presenta, anche se in modo implicito, la conquista dei romani come un’opera di civilizzazione indispensabile alla sicurezza di domini romani. La propaganda antiromana viene squalificata ricorrendo anche a effetti drammatici.
Pubblico:
Gaio Giulio Cesare arricchisce il racconto di molti EXCURSUS etnografici che presuppongono un pubblico colto, capace di avvertirne il fascino esotico. E’ inoltre il primo a descrivere la civiltà dei Germani, contrapposta a quella sviluppata e temibile dei Galli. I Germani sono detti bellicosi e rozzi, senza alcun fattore vantaggioso per il popolo romano.

DE BELLO CIVILI
Incerti sono gli anni di composizione e pubblicazione. Forse fu composta alla fine degli eventi di cui tratta, e pubblicato dopo la morte di Cesare, ma il tono dell’opera non sembra quello di un vincitore, e allora forse fu scritta durante gli eventi stessi, e pubblicata nel ’46.
E’ composta in 3 libri e tratta degli eventi tra il 49 e il 48. E’ un’opera più matura e varia nei toni, ricca di una satira velenosa contro gli avversari di Cesare, esponenti dell’aristocrazia. Egli li descrive come corrotti e depravati, mossi non dalla giustizia, ma dal desiderio di guadagno e di lussi.
A questo scopo Gaio Giulio Cesare pone molta attenzione all’accampamento di Pompeo, in cui i soldati sono immersi nella mollezza. A Pompeo riserva toni meno aspri, descrivendolo come un debole e un ambizioso. A questo si oppone la CLEMENTIA di Cesare con i propri nemici, mentre gli aristocratici sono crudeli e senza scrupoli.
Destinatari e intento dell’opera:
Gaio Giulio Cesare vuole salvare la sua immagine e non essere dipinto come un uomo autoritario ed egoista. Vuole salvare la memoria sua e dei suoi fedeli soldati, di fronte ai ceti medi e ai posteri. Grande spazio è infatti dato alla celebrazione del suo esercito e alle valorose imprese dei singoli soldati semplici.
Lo stile dei “commentarii”:
Cesare narra con semplicità e nitidezza, rifuggendo sinonimi e varietà di connettivi sintattici, per uno stile impersonale e ricco di formule. L’azione è privilegiata su ogni altro aspetto, vengono tralasciate connessioni logiche o descrizioni paesaggistiche, a favore di uno stile teso e fortemente mimetico che coinvolge molto il lettore anche dal punto i vista emotivo (soprattutto dove ci si avvicina all’historia).
La figura di Cesare:
Pur senza autoglorificarsi, Cesare si rappresenta come un geniale stratega. A mandare avanti l’azione sono esclusivamente le mosse concrete, l’esperienza. La fortuna è vista solo come il caso che può capovolgere gli eventi all’improvviso. Il racconto non presenta completi traviamenti della verità, ma, talvolta, sapienti omissioni.

Cesare: oratoria e teorie linguistiche:

Non ci sono giunte orazioni di Cesare, ma di lui si diceva che avesse la stessa veemenza nel parlare e nel combattere. Aderì al purismo grammaticale della scuola alessandrina, nel “DE ANALOGIA” dedicato, ironicamente, a Cicerone.
Cesare suggerisce di evitare i termini inusitati privilegiando le parole già in uso e rifuggendo le neo-coniazioni degli analogisti estremisti (come Sisenna).

 

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