Francesco Berni

francesco berni vita e opera
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FRANCESCO BERNI

francesco berni vita e opera
VITA (1497-1535)

Francesco Berni nacque a Lamporecchio, nel 1497, da famiglia nobile ma disagiata.
Nel 1517 si recò a Roma presso il cardinal Bibbiena, suo parente, sperando di trovare una sistemazione come segretario o cortigiano. Fu al servizio del cardinale, poi, morto lui, al servizio di suo nipote Angelo Dovizi, protonotaio apostolico.
Il suo brio e i suoi versi giocosi cominciarono presto a procurargli consensi e simpatie, ma quando fu eletto pontefice il severo Alessandro VI, il poeta dovette lasciare Roma, sia -come pare-per certi suoi trascorsi licenziosi, sia per essersi reso interprete del malumore dei cardinali italiani per l’elezione di quel papa straniero.
Rimase alcuni anni negli Abruzzi, in una sorta di esilio. Tornato a Roma dopo l’elezione di Clemente VII, divenne SEGRETARIO di Giovan Maria Giberti, vescovo di Verona, col quale rimase fino al 1532, godendo di una decorosa sistemazione. Passò poi al servizio del cardinale Ippolito De’Medici, ma anziché seguirlo nei suoi viaggi, restò a Firenze, frequentando la corte del suo signore, Alessandro De’Medici.
Qui morì assassinato, vittima dei loschi intrighi di corte, nel 1535.

OPERA

Francesco Berni fu poeta esclusivamente burlesco e giocoso, ammirato nel suo secolo e celebrato successivamente nei due successivi. Si rifa alla tradizione di poesia comica inaugurata da CECCO ANGIOILIERI, a un genere letterario che aveva ormai un contenuto rigidamente stilizzato, un proprio tono e un proprio stile. Il Berni fuse questa tradizione con le forme e i modi della LETTERATURA CARNESCIALESCA della Firenze medicea.
Fu decisamente avverso al petrarchismo e soprattutto al bembismo, di cui pariodò la parte deteriore e astratta. Ma egli non fu veramente un realista. La vita di ogni giorno, nei suoi aspetti più banali, diventa mero pretesto letterario. Non c’è profondità o impegno morale e, pur rifuggendo il bembismo, lo stil è elaboratissimo.
Francesco Berni vede la realtà come pretesto di PARODIA e DEFORMAZIONE CARICATURALE.
Il tono è brioso e divertito, la LINGUA è FAMIGLIARE, VIVA, PITTORESCO.
Il Berni compose numerosi CAPITOLI in TERZINE su disparati temi, e molti SONETTI.
Suo è anche il rifacimento dell’ORLANDO INNAMORATO del Boiardo, che egli pensò di migliorare, dandogli una VESTE LINGUISTICA TOSCANA. Di quest’opera sono interessanti alcune ottave, nelle quali il poeta ha lasciato un suo gustoso e sorridente autoritratto.

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