GLOTTOLOGIA: Ricostruzione dell’indoeuropeo.
Lezione 7: Le sonanti.
Prendiamo come esempio i numerali:
(Le lingue germaniche hanno un accento molto forte, tale che a volte cadono le non accentate)
Queste corrispondenze si spiegano se facciamo derivare le diverse vocali (em; à; à; un) da un più antico “ -ṃ” , una nasale sonante: *septṃ
Come spiegare i diversi esiti nelle varie lingue indoeuropee? La “ṃ” non si conserva in nessuna lingua.
Dato che la condizione non marcata di suono aperto sono le VOCALI, iniziarono a svilupparsi nelle varie lingue delle APPENDICI VOCALICHE che vanno a sostituirsi o ad accostarsi alla nasale che, in ogni caso, perde il suo ruolo di sonante.
Se la vocale di appoggio diventa così importante, la nasale cade e rimane soltanto la vocale, di solito la “a”.
Nel gotico la “u” affianca la nasale “n” (es. hund)
Schema delle trasformazioni:
PROBLEMA:
1) lat. dekṃ – scrr sibṇ
Chi ci garantisce che la nasale sonante fosse una “m” e non una “n”?
E’ più semplice che si passi dalla bilabiale ṃ alla dentale ṇ che viceversa. Dipende da una difficoltà di pronuncia della bilabiale. Se non abbiamo altri dati diamo la precedenza alla ṃ che troviamo in latino.
2) Per quanto riguarda invece la “en” di centum e la “un” di hund dobbiamo fare il confronto con un’altra lingua: il LITUANO: è una lingua satem.
Cento = šimtas *kṃt
Probabilmente la sonante nasale di “centum” era una ṃ, anche se questo processo di trasformazione in ṇ è raro. Lo si ritiene perché è un caso particolarmente importante, anche se non vale il principio dell’area maggiore.
3) Nel caso di “septem” e “centum” in latino e gotico troviamo l’accento sulla prima sillaba, mentre il greco e il sanscrito ce l’hanno sull’ultima sillaba: l’accento indoeuropeo originario è quello che troviamo in seconda sillaba perché greco e sanscrito presentano lo stesso caso e questo fornisce un valido criterio di decisione → “quando il greco e il sanscrito concordano”.
Perché in latino e in gotico l’accento è retrocesso?
È un processo molto frequente nelle lingue.
Per quanto riguarda le liquide sonanti, abbiamo una lingua che le conserva: il sanscrito.
es. bhṛ-tì (grado zero2) =il portone, sostantivo corrispondente al verbo
lat e greco: fero < *bher – sscr: bhar-ami = io porto
tedesco: [gheburt] = nascita -burt < *bṛt = essere portato
lat: fors, fortis = caso, cosa portata dal caso
or < ṛ
La liquida sonante si può ricostrure anche nelle lingue che non ne hanno più attestazione.
Le lingue germaniche hanno sviluppato sempre la “u” davanti a liquide o nasali.
Il latino ha sviluppato “or”. La liquida si conserva prima o dopo
greco: “cardia” o “cradia” = cuore < *ṛ
< *kṛd
greco: pod-a (acc. Sing.) < *pod-ṃ
lat: ped-em = piede < *ped-ṃ
Le “m” finali in greco sono diventate “n” (es. poli-n < * polim. “N” non è sonante perché
prima c’è già una vocale)
Es.
inglese: unknown
Es.
inglese: unknown = sconosciuto un < * ṇ
greco: agnostos (alfa privativo)
scrr: àğnata
lat. Ignotus <* e[ɲ ]notus
Si presuppone sempre “ṇ”.
Es.
lat: mort
greco: brotòs < *mbrotòs < *mrotos < *mṛt-
Di solito quando ci sono due consonanti di seguito la 1° è più debole della 2°: quindi “-
mr-” è malformato e si è aggiunta una “b” → “mbr” → caduta della “m-” iniziale.
LINEARE B: a ogni grafema si associa un simbolo, è l’adattamento del lineare A al greco.
Segue al LINEARE A, elaborato per scrivere lingue pre-greche. Era un tipo consonante-vocale.
Voce non indoeuropea è il greco: asamin ϑos = vasca da bagno
“s” non cade “nth” suffisso non indoeuropeo e non si altera
Popolazioni sull’Egeo con una cultura più evoluta da cui hanno preso molte migliorie.
Gli indoeuropei hanno avuto un’espansione abbastanza pacifica (erano popolazioni mobili).
Il lineare A è in gran parte da decifrare. Per trascrivere in lineare B alcune parole che iniziavano con due consonanti o finivano con una, queste consonanti sono cadute. (in lineare B erano fatti solo calcoli e registrazioni di merci).
LINEARE B /GRECO
pe-mo / sperm-ma
La pronuncia però rimase a stessa
Es: mollis < *moldovis
“o” ereditata dall’indoeuropeo o è una “l” sonante?
Dobbiamo confrontarla con altre voci indoeuropee.
Lat: mollis
Greco: a-mald-yuo = rendere molle
-o = morfema di 1° sing.
-y- = morfema derivativo
a- = vocale di appoggio che si trova quando una parola inizia per liquida nasale. Caratteristica probabilmente non indoeuropea.
es. greco: o-noma – lat: nomen – ingl: name)
In greco c’è stato un TABU’LINGUISTICO per questo animale pericoloso (credenza del valore creativo della parola).
Stessa cosa del greco avviene per il lat: lupos
Per questo tabù non abbiamo attestazione delle antiche voci che indicano, ad esempio, le
pratiche funerarie.
Questo vuol dire che gli indoeuropei si sono divisi prima che l’uomo iniziasse le pratiche funerarie, ovvero 100000 anni fa? No, è solo un motivo di tabù linguistico che fa evolvere le lingue molto velocemente.
Significato di serie e ordine
- Due o più suoni si dicono in SERIE quando sono caratterizzati da una medesima modalità articolatoria, ma sono prodotti in punti diversi dall’apparato fonatorio (es. p t k q ʔ = serie delle occlusive sorde (la serie può essere sorda o sonora).
- Più suoni costituiscono un ORDINE quando sono articolati con modalità diverse, ma sono prodotti nello stesso punto dell’apparato fonatorio (es. t d n r l s t ts dz = sono tutte dentali).