Il film del piccolo principe. Il problema non è diventare grandi ma dimenticare

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Il film del piccolo principe. Il problema non è diventare grandi, ma dimenticare.

Recensione su il film del piccolo principe a cura di Alberto Cipriani.

Il compito più difficile è toccato a me.
Il piccolo principe lo conosciamo tutti. O meglio nessuno lo conosce davvero. O peggio ancora qualcuno lo conosce in virtù del fatto che non l’ha mai letto e quindi conosciuto.

E’ davvero un bizzarro pianeta il nostro.il film del piccolo principe 6

Che il libro di Antoine De Saint Exupéry sia un capolavoro letterario è pensiero generalizzato che mi trova del tutto allineato, ma adesso il nostro piccolo principe dai capelli color grano ha fatto irruzione nelle sale cinematografiche prendendo voce e corpo.

A dire la verità un corpo lo aveva già. Il piccolo libro del piccolo principe è infatti illustrato e ci permette di delineare i contorni del nostro amato protagonista.

Adesso il bambino dai capelli d’oro, l’aviatore, la volpe, la rosa e il serpente hanno finalmente una voce. Inutile dire come questo amplifichi notevolmente la portata emotiva e universale delle affermazioni, i consigli, i sentimenti e i messaggi di questa incantevole favola.

Attraverso la settima arte i personaggi, adesso animati, si lasciano ascoltare e la regia riesce a trasportarci emotivamente pur mantenendo una dimensione intima, propria della parola scritta.

Una tenera bambina si imbatte improvvisamente nelle illustrazioni di un vecchio aviatore e scopre così la meravigliosa favola del bambino dai capelli d’oro.

il film del piccolo principe 1

La protagonista, immersa negli studi e troppo occupata dal suo “progetto di vita” non può e non deve avere amici e nemmeno distrazioni e nemmeno libri illustrati: esattamente non può essere bambina. Si configura uno scenario tristemente moderno in cui la società stessa tarpa le ali alla fantasia e all’immaginazione. Il film del piccolo principe è un volo pindarico che sonda il contrasto adulti – bambini, tra l’innocenza dell’infanzia e l’ abbrutimento degli adulti e si esplica attraverso la semplicità della poesia.

La denuncia del mondo adulto e della società moderna, compiuta dal regista, può risultare a tratti pedante pur tuttavia mantenendo una coesione con il film e con quei temi impliciti fin nelle prime righe del libro.il film del piccolo principe 2

E’ prendendo le mosse dal contatto rocambolesco della bambina con il libro che il film del piccolo principe si apre finalmente alla narrazione della storia originale.

Qui le immagini hanno una forte carica emotiva e i personaggi hanno esattamente i contorni descritti da Antoine De Saint Exupéry (L’animazione della storia originale è infatti affidata ad una raffinata stop motion).

Dal grigiore dei prefabbricati alloggi terrestri si è catapultati, con dolce violenza, tra i colori pastello di un fantastico scenario, tra pianeti bizzarri e improbabili personaggi.

Da questo momento la storia la conosciamo tutti, apriremo bene gli occhi, ascolteremo attentamente, rifletteremo e, se non l’abbiamo ancora fatto, ci emozioneremo.il film del piccolo principe 3

Le distorsioni del testo originale sono minime, e poco importa se qualcuno di voi dopo aver passato 107 minuti aspettando la propria frase preferita si sentirà deluso.

Ciò che forse dobbiamo ammettere è che il film del piccolo principe sostanzialmente non è il racconto del piccolo principe, ma vuole aggiungere qualcosa ad un capolavoro che, tuttavia, è stato tale proprio in virtù della sua semplicità.il film del piccolo principe 4

Il termine della storia originale non coincide infatti con il termine del film e sembra che Osborne, non limitandosi ad una mera ricostruzione dei fatti abbia ancora da dirci qualcosa: dalla fortunata scoperta della bambina, la conseguente dimensione avventurosa del film del piccolo principe in qualche modo modifica l’esperienza essenziale dell’opera di A.E.il film del piccolo principe 5

Mark Osborne, attraverso la sua moderna favola, tende al patetico la sfera emotiva, esaltando importanti tematiche presenti nel testo originale e trascurandone altre. La settima arte dà, la settima arte toglie.

Quello che sicuramente il cinema ha restituito all’opera di A.E. è la dolce fragilità del bambino dai capelli d’oro e il suo riso. Pensandoci bene, sarà la prima volta che lo ascolteremo.

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