Figure metriche in latino: come funziona la divisione in sillabe in latino in poesia
Sinalefe, sineresi, dialefe, dieresi, sinafia: qual è la differenza e a che cosa serve conoscere le figure retoriche della metrica latina?
Non hai voglia di leggere? Guarda la video lezione:
Nella Lezione 04 del Corso base di metrica latina abbiamo visto come funziona la divisione in sillabe in latino, per quello che riguarda la prosa.
Abbiamo detto che conoscere le regole di sillabazione latina e saper individuare la quantità vocalica di una sillaba ci faciliterà nella scansione metrica in piedi. Approfondiremo il concetto e le differenze tra metro e piede nella Lezione 06.
In seguito capiremo anche come mai la scansione metrica piede per piede non sia il metodo di studio migliore per imparare a leggere in modo fluido e quale sia, invece, il metodo migliore per leggere latino in metrica.
Al termine della precedente lezione, ti ho parlato di due delle principali differenze tra divisione in sillabe in poesia e in prosa.
Ripetiamole:
1. La sillabazione di un verso può essere diversa dalla divisione in sillabe delle parole in prosa. In un verso, infatti, non si tiene conto delle singole parole, bensì del flusso in cui sono inserite. Ciò comprende figure retoriche come sinalefe, sinafia, ecc… che vedremo meglio nel corso della lezione.
2. Nei versi l’accento (ictus) può cadere in posizioni diverse rispetto a dove cade l’accento della parola stessa.
Se ti sei perso la precedente Lezione, puoi recuperarla qui:
Facciamo un esempio pratico di accentazione in poesia latina, tratto dal primo verso del IV libro dell’Eneide di Virgilio.
Leggiamo il verso con gli accenti metrici dell’esametro:
Àt regìna gravì|| iamdùdum saùcia cùra
Vediamo che a volte l’ictus, l’accento metrico, cade nella stessa posizione su cui cadrebbe anche nella parola in sé.
Ad esempio:
Regìna
Leggeremo “regìna” anche in prosa. Quindi in questo caso accento metrico e accento in prosa coincidono.
Non è sempre così, ad esempio:
Gravì
In prosa leggeremmo:
Gràvi
Quindi, in questo caso, l’accento metrico non coincide con quello della parola nella prosa.
Per imparare a leggere l’esametro in modo fluido ed elegante, secondo la pronuncia classica, vai all’Audio Corso “Lettura Metrica Eneide IV“.
Una regola generale da tenere a mente: l’accento metrico cade sempre sulle sillabe lunghe. Tuttavia, esiste un’eccezione alla regola: l’allungamento in arsi.
Allungamento in arsi o allungamento metrico: che cos’è?
Si usa l’espressione allungamento in arsi o allungamento metrico per definire tutte le situazioni in cui una sillaba che dovrebbe essere breve, in base alle regole di prosodia, viene accentata e quindi utilizzata come lunga all’interno di un verso.
Che cosa significa “arsi”?
Nella metrica classica, l’arsi è il “tempo forte” del piede, ossia la sillaba su cui cade l’accento metrico (ictus) e che risulta quindi pronunciata “con più forza”. L’accento corrisponde, infatti, a un’elevazione della voce.
Per gli antichi le cose non stavano esattamente così e la percezione delle quantità vocaliche era diversa rispetto al nostro modo di accentare i versi. Tuttavia, ai fini didattici, ti basterà sapere che l’arsi è il punto del piede su cui cade l’accento metrico.
Quindi, quando, per esigenze metriche, su una sillaba di per sé breve cade l’accento metrico, la vocale di quella sillaba si allunga, subisce un allungamento in arsi.
Figure retoriche latino: sinalefe, sineresi, dialefe, dieresi, sinafia
Analizziamo ora le principali figure retoriche della metrica latina, con degli esempi pratici per capirle meglio.
Sinalefe: esempi e definizione
La sinalefe o elisione (dal greco “sunaleifo“= ungo insieme, incollo) si ha quando la vocale finale di una parola cade, davanti alla parola successiva iniziante in vocale o in H (l’H è muta, quindi ci comportiamo come se non ci fosse).
Vediamo un esempio di sinalefe in latino, tratto dal Carme I di Catullo.
ārĭdā mŏdŏ pūmĭce_ēxpŏlītūm
La “e” finale di “pūmĭce” cade e “si fonde” con la “e” inziale di “ēxpŏlītūm”.
Quindi, tra le due, nella lettura noi sentiamo soltanto la “e” di expolitum, mentre la precedente vocale cade. Si scrive, ma non si legge: si fonde con quella successiva.
Vediamo un altro esempio di sinalefe in latino, che coinvolge anche la “H”, tratto dal IV libro dell’Eneide di Virgilio, v. 336:
Pròre paùca loquàr. || Neque_ego_hànc abscòndere fùrto
In questo caso vediamo come la parola “ego” sia oggetto di “doppia sinalefe”.
Ti rimando all’ascolto del video, per beneficiare della pronuncia a voce alta del verso.
Trovi l’intero Audio Corso dedicato al IV libro dell’Eneide disponibile tra le risorse di approfondimento online.
Riassumendo: quand’è che avviene la sinalefe in latino davanti a una parola che inizia per vocale o H?
- Quando la parola precedente termina per vocale
- Quando termina per dittongo
- Quando termina per vocale + m (-am, -em, -im, -om, -um)
Vediamo un esempio di sinalefe con parola terminante per gruppo VOCALE + M (Eneide IV, v. 56)
Règina_èspeculìs || ut prìmum_albèscere lùcem
Leggeremo quindi:
Réginé speculìs ut prìmalbèscere lùcem
In questo caso, a cadere sarà l’intero gruppo “UM” e leggeremo solo “A”.
Per convenzione, la sinalefe è indicata con un trattino basso tra le parole che la formano.
Attenzione!
Sinalefe: caso particolare del verbo essere
Quando è presente il verbo essere, la sinalefe si comporta allo stesso modo, ma la lettura del verso cambia.
Vediamo un esempio tratto dal v. 95 del IV libro dell’Eneide:
ùna dolò divòm || si fèmina vìcta duòrum_est.
La sinalefe tra “um” e “est” si legge: “duorumst“, con la caduta della “e” di “est”, anziché della “um” della parola che precede.
Sinafia: un caso particolare di sinalefe
Che cos’è la sinafia in latino?
Non se ne parla spesso, in quanto è una figura metrica più rara, ma comunque presente nella poesia latina.
Per spiegarla in modo semplice, possiamo definire la sinafia come una sinalefe che, anziché tra due parole, avviene tra la parola finale di un verso e quella del verso successivo.
Vediamo un esempio di sinafia nel vv. 629-630 del IV libro dell’Eneide:
ìmprecor, àrma_armìs: || pugnènt || ipsìque nepòtesque_.
_Haèc ait èt partìs || animùm || versàbat in òmnis
La “e” finale di “nepotesque” cade e si fonde con la “hae” iniziale del verso successivo.
Leggeremo quindi “Nepotesquaec” (guarda la video lezione per sentire la pronuncia).
Il verso 629 si definisce “ipermetro“, in quanto ha una sillaba in più: una sillaba in più che cade e si fonde tramite sinafia con la sillaba del verso successivo.
Non tutti conoscono la sinafia: già con questa prima conoscenza base di metrica messa a disposizione gratuitamente, hai appreso un trucchetto che ti farà fare un’ottima figura all’esame.
Per imparare a leggere in metrica in modo fluido ed elegante, risparmiando mesi di noiosa divisione accento per accento, ti rimando alle risorse avanzate disponibili sul sito di Omnes Litterae.
Curiosità: la sinafia è una semplice figura retorica fine a se stessa?
Certo che non lo è, così come nessuna figura metrica è messa “a caso”, ma risponde a una specifica funzione.
In questo verso in particolare, la sinafia ha il compito di indicare, anche visivamente e fonicamente, il perdurare eterno della maledizione di Didone, che sancisce l’odio perpetuo tra Romani e Cartaginesi.
Giusto un’altra chicca che potrai sfoggiare in fase di esame e che magari ti farà guadagnare una bella lode sul libretto.
Dialefe in latino: che cos’è
Dialefe (dal greco “dialéifo“= separo) è la figura metrica opposta alla sinalefe. Possiamo definirla una “sinalefe mancata”: si ha, infatti, quando, nelle condizioni in cui dovrebbe presentarsi una sinalefe, questa non avviene.
La dialefe avviene spesso in presenza di monosillabi o di sillabe fortemente accentate, a volte precedenti a una cesura.
Approfondiremo i tipi di cesura in latino nella Lezione 08 del Corso base di metrica.
Sineresi e dieresi
Sineresi e dieresi sono figure retoriche simili nel significato a sinalefe e dialefe, solo che non avvengono tra parole diverse, bensì tra lettere all’interno di una stessa parola.
La sineresi o sinizesi (dal greco “sunizo“= sto seduto assieme) si verifica nei casi in cui due vocali consecutive, che di per sé non costituiscono dittongo, vengono trattate metricamente come un’unica sillaba. La quantità di questa sillaba sarà comunque lunga.
La dieresi (dal greco “diairesis“= separazione) è il fenomeno opposto alla sineresi: si ha quando due vocali consecutive che di solito costituiscono un dittongo sono divise in due sillabe distinte, all’interno di un verso.
La dieresi è indicata metricamente dai due puntini posti sopra la seconda vocale del dittongo.
In caso di dieresi, dunque, anche nella pronuncia tradizionale, dovremo leggere le due lettere del dittongo separatamente.
Nel caso di pronuncia restituta, non ci saranno particolari differenze nella lettura.
Per approfondire le diverse pronuncie in latino, ti rimando alla Lezione 03 del Corso base di metrica latina.
Attenzione!
La figura metrica della dieresi non ha niente a che vedere con la “dieresi bucolica”, che è, invece, una particolare cesura dell’esametro dattilico.
Ci sarà modo di parlarne nelle prossime lezioni.
Adesso un’ultima importante informazione per facilitarti nella lettura metrica del latino e nella scansione:
Attenzione alle sillabe chiuse in metrica
Nella Lezione 04 abbiamo visto che una sillaba si definisce chiusa quando termina per una consonante.
Abbiamo detto anche che una sillaba chiusa è sempre lunga.
Questa regola è valida anche in poesia latina, ma…
C’è un “ma”: come abbiamo detto, le parole in un verso non si comportano come singole parole, bensì come un flusso continuo di suoni.
Tant’è che potremmo benissimo leggerle tutte attaccate, senza stacchi tra le parole. Questo era proprio il modo in cui i Romani scrivevano (scriptio continua).
Ciò fa sì che, in certi casi particolari, una sillaba non si divida come avverrebbe normalmente in quella parola, ma si fonda con la parola che segue.
Dovrai quindi fare attenzione a definire una sillaba “chiusa”, e di conseguenza lunga, all’interno di un verso.
Troppe regole e troppe eccezioni? Non temere
Se tutto ti sembra troppo complesso e difficile da tenere a mente, non temere. Ripeti più volte questa lezione e le altre contenute nel Corso base di metrica. Vedrai che, a poco a poco, tutti i tasselli andranno al loro posto e la metrica ti sembrerà più chiara.
Esiste un metodo di studio della metrica latina più veloce?
Certo che sì. Si tratta dell’innovativo METODO DEDUTTIVO messo a punto dalla redazione di specialisti di Omnes Litterae.
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Non dovrai ricorrere ogni volta alla scansione accento per accento: ciò ti consentirà di risparmiare mesi di studio e centinaia di euro di ripetizioni private.
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