Quali sono i principali versi latini? Come funziona la metrica quantitativa in latino?
Nelle precedenti lezioni del Corso base di metrica latina abbiamo affrontato argomenti come: l’alfabeto latino, la distinzione tra vocali lunghe e brevi, la suddivisione sillabica in prosa e le figure metriche che regolano la sillabazione in poesia.
Abbiamo poi fatto la preliminare distinzione tra piedi e metro e siamo quindi pronti a parlare del vero protagonista di un’opera di poesia latina: il verso.
In questa lezione faremo una panoramica generale sui principali versi latini e sul loro metro. Per studiare i singoli metri, la loro suddivisione e il modo di leggerli, ti rimando agli approfondimenti specifici contenuti nelle prossime lezioni.
Ma prima, facciamo una precisazione preliminare, che è bene tu conosca a livello generale:
La metrica italiana è accentuativa: ogni parola conserva generalmente l’accento tonico che ha in prosa. Inoltre la metrica italiana è sostanzialmente isosillabica, cioè il verso è caratterizzato da un numero fisso di sillabe. Gli accenti di un verso hanno per lo più una posizione costante.
La metrica latina è quantitativa: un verso è formato da varie parole che, messe insieme, formano una serie ordinata di sillabe brevi e lunghe.
Da questa disposizione di sillabe brevi o lunghe ricostruiamo lo schema metrico di un verso.
Questo fa sì che, all’interno di un verso, una parola potrà avere un accento diverso rispetto a quello che avrebbe nella prosa. A contare è la quantità delle sillabe, lunghe o brevi, e non l’accento tonico della parola in prosa.
Abbiamo visto un esempio nella Lezione 03 con la parola “gravi”, letta “gravì“, nel primo verso del IV libro dell’Eneide di Virgilio:
Àt regìna gravì|| iamdùdum sàucia cùra
Recupera quella lezione, se te la sei persa.
Figure metriche in latino: sinalefe, sineresi, dialefe, dieresi, sinafia
A questo punto forse ti chiederai:
Ma perché parliamo di accenti se la metrica latina è quantitativa e non accentuativa?
Ottima domanda.
Per rispondere, partiamo da un fatto a oggi ritenuto abbastanza certo: in origine, la quantità delle sillabe aveva una resa fonica diversa rispetto a oggi. In altre parole, c’era una distinzione nella pronuncia di vocali brevi e vocali lunghe, che i Romani avvertivano e che, poi, è andata perdendosi a poco a poco.
Oggi noi, nella lettura, abbiamo perso questa sensibilità.
Per fare un paragone comprensibile, ci viene, però, in aiuto la musica:
- Immaginate le vocali brevi della durata di un tempo
- Le vocali lunghe della durata di due tempi
Detto questo, rimane aperta la domanda: come leggevano la poesia gli antichi?
Su questo punto non esistono risposte certe.
Sappiamo che i versi sono divisi in piedi e che ogni piede è formato da un tempo forte (arsi) e da un tempo debole (tesi).
(Per approfondire, ti rimando alla Lezione 06)
Questa alternanza è stata interpretata in chiave ritmica, considerando l’arsi come sillaba accentata, la tesi come sillaba non accentata.
Rifacendoci inoltre al termine “ictus“, cioè “colpo”, attestato in Orazio e in Quintiliano, si è giunti a ricostruire un tipo di accento di natura intensiva, simile al nostro accento tonico, in italiano.
Per semplificare: non ci sono certezze che in latino esistesse un vero e proprio accento metrico (ictus), da leggere come in italiano. Forse il ritmo era dato semplicemente dall’alternarsi tra sillabe lunghe e brevi, pronunciate con diversa durata fonica.
Tuttavia, per convenzione e per facilità didattica, oggi leggiamo la metrica latina con gli accenti metrici, come in italiano, così da poter apprezzare il ritmo della lingua poetica in tutta la sua bellezza.
Versi ad accento fisso e versi ad accento mobile
Esistono due principali tipologie di versi latini:
1) Versi ad accentazione fissa: sono versi costituiti da una disposizione fissa dei piedi. I piedi cadranno sempre nella stessa posizione e di conseguenza gli accenti hanno una sede fissa all’interno del verso.
2) Versi ad accentazione mobile (o variabile): sono formati da una disposizione variabile dei piedi. I piedi non si trovano sempre nella stessa posizione e dunque l’accento potrà cadere, di volta in volta, su sillabe poste in diverse posizioni.
Come si classificano i tipi di versi in latino?
In Italiano, la classificazione dei versi va in base al numero delle sillabe (ad esempio: trisillabo = tre sillabe; endecasillabo = 11 sillabe, ecc…).
In latino, la classificazione dei versi dipende dallo schema metrico, ossia dalla disposizione dei piedi nel verso, che determina l’alternarsi di sillabe lunghe o brevi.
Partiamo dai versi ad accento fisso, ossia quelli dove i piedi cadono sempre in posizioni fisse.
E prendiamo, a titolo di esempio, una sequenza di sillabe lunghe e brevi:
— ∪ — ∪ ∪ — ∪ — ∪ — ∪
Riuniamo le sillabe per formare i piedi:
— ∪ | — ∪ ∪ | — ∪ | — ∪ | — ∪
trocheo + dattilo + 3 spondei
Avremo lo schema metrico dell’endecasillabo falecio.
Quello che troviamo, ad esempio, nel I carme di Catullo.
Di solito, quando studiamo un’opera di poesia latina, ci viene fornita prima la tipologia di verso.
In questo modo, è dal tipo di verso che ricostruiamo lo schema ritmico e la quantità sillabica, e non viceversa.
Ad esempio, se ti trovi a dover studiare il Carme 11 di Catullo, saprai subito che è scritto in Strofe saffica minore.
La strofe saffica minore è formata da due tipi di versi:
3 endecasillabi saffici + 1 adonio finale.
Lo schema dei piedi risulta quindi il seguente:
— ∪ — X | — ∪ ∪ — | ∪ — X
— ∪ — X | — ∪ ∪ — | ∪ — X
— ∪ — X | — ∪ ∪ — | ∪ — X
— ∪ ∪ — X
Di seguito l’elenco dei principali versi della poesia latina:
Per approfondire lo schema metrico, la lettura e le particolarità dei vari versi, consulta le lezioni specifiche dedicate. Di seguito forniremo lo schema delle sillabe dei principali tipi di versi latini.
ADONIO
— ∪ ∪ — X
Costituisce il 4° verso della strofe saffica minore.
ASCLEPIADEO
Asclepiadeo maggiore catulliano:
— — — ∪∪ — | — ∪∪ — | — ∪∪ — ∪X
Asclepiadeo maggiore oraziano:
— — — ∪∪ — | — ∪∪ — | — ∪∪ — ∪ —
Asclepiadeo minore:
— — — ∪∪ — || — ∪∪ — ∪ —
COLIAMBO o Trimetro giambico scazonte o Ipponatteo
∪ — ∪ — |∪ — ∪ — |∪ — — ∪
ENDECASILLABO SAFFICO
— ∪ — X | — ∪ ∪ — | ∪ — X
ESAMETRO DATTILICO
FALECIO (Endecasillabo falecio)
— ∪ — ∪ ∪ — ∪ — ∪ — ∪
FERECRATEO
— — —∪∪— —
GLICONEO
— — —∪∪— ∪—
PENTAMETRO DATTILICO
Usato come secondo verso nel DISTICO ELEGIACO, formato da:
- 1 esametro dattilico
- 1 pentametro dattilico
Questo lo schema metrico del distico elegiaco:
Ricapitolando:
A che cosa serve conoscere il tipo di verso in poesia latina?
Serve per ricostruirne lo schema ritmico, ossia la divisione piede per piede, necessaria per determinare dove cadono gli accenti.
Da qui deriva un’altra domanda:
Fare la scansione metrica piede per piede è necessaria?
Lo abbiamo già detto, ma vale la pena ripeterlo.
Nel caso di versi con un metro ad accentazione fissa, la scansione piede per piede non è necessaria.
Questo perché i piedi cadranno sempre in posizioni fisse.
Quindi, per individuare i vari accenti tonici (ictus) di un verso, basterà contare le sillabe, senza dover ricorrere all’individuazione della quantità sillabica, o alla divisione in piedi.
Riprendendo l’esempio dell’endecasillabo falecio del v. 1 del Carme 1 di Catullo, vediamo che gli accenti cadono sempre in 1°, 3°, 6°, 8°, 10° sillaba.
1°— ∪ 3°— ∪ ∪ 6°— ∪ 8°— ∪ 10°— ∪
Leggeremo quindi:
Cùi donò lepidùm novùm libèllum
Quando serve la divisione in piedi?
Sapere fare la divisione di un verso latino in piedi può esserci utile nel caso di versi ad accento mobile.
E’ il caso dell’esametro, che presenta un’alternanza in parte variabile tra due tipi di piede:
Dattilo: — ∪ ∪
Spondeo: — —
In questo caso, potrai procedere con:
- Individuare le sillabe metriche
- Determinare la quantità delle sillabe
- In base alla quantità sillabica, stabilire se il piede è un dattilo (lunga breve breve) o uno spondeo (lunga lunga)
Ne parleremo in modo più approfondito nella lezione dedicata all’esametro latino.
Fare la scansione metrica dell’esametro è efficace per studiarlo?
Alessia ha evidenziato le problematiche della scansione piede per piede in questo video dedicato, di cui ti consigliamo la visione:
“Metrica latino: il VERO problema di leggere in metrica (facendo la scansione metrica tradizionale)”
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