I poeti neoterici e il neoterismo
Il Neoterismo
Caratteristiche del movimento:
Il movimento “neoterico” (come lo definì Cicerone) si configura come unitario e rivolto a un pubblico d’élite. Si privilegiano temi personali e affettivi, privi di coinvolgimenti politici e dotati di una dignità propria mai avuta prima.
Cicerone ironizza sulla ricercatezza stilistica del nuovo movimento e ne critica il netto distacco che esso prendeva dai grandi modelli letterari del passato (es. Ennio).
Il disimpegno politico, inoltre, non poteva che essere guardato con ostilità dai romani, che avevano sempre subordinato il cittadino alla comunità, così come l’attività letteraria a scopi propagandistici o comunque utili allo stato.
Generi prediletti da i poeti neoterici:
Si privilegiano POEMETTI MITOLOGICI (EPILLI) e CARMI BREVI.
I miti sono quelli minori e si dà importanza ai dettagli eruditi e all’erotismo, i carmi trattano argomenti della vita personale dei poeti.
La ripresa della poesia ellenistica:
I poeti neoterici riprendono i concetti della poesia ellenistica o alessandrina, il cui massimo esponente (e “teorico”) era stato Callimaco. Alla fine del II sec. a.C. il movimento preneoterico aveva ereditato da questa poesia la ricerca formale leziosa e sterile. I poeti neoterici, soprattutto Catullo, recuperano anche la profondità emotiva dei temi.
Contesto storico della poesia nuova:
E’ lo stesso periodo di crisi in cui si trova a operare Cicerone, ma il neoterismo dimostra una diversa reazione rispetto al suo impegno politico di “salvare lo stato”.
Dopo le guerre mitridatiche, concluse nel 66 a.C., erano affluiti a Roma molti intellettuali e libri greci. Il maestro che diffuse il movimento sembra essere stato Partenzio di Nicea, portato a Roma da un certo Cinna e citato spesso agli altri poeti.
I poeti neoterici
- Valerio Catone
Alcuni ritengono sia il “maestro” dei neoterici, ma ne era coetaneo, anche se morì alle soglie dell’età augustea, mentre gli altri morirono in giovane età. Viene spesso citato dagli altri poeti, ma non ce ne rimane alcuna opera.
- Elvio Cinna (85-44 a.C.)
Elvio Cinna nasce intorno all’85 e muore nel 44, ucciso durante i funerali di Cesare, perché scambiato con un sostenitore dei congiurati. Famoso per la sua “ZMYRNA“, epillio in esametri sul mito di Mirra, esempio per tutti i poeti neoterici per il tema trattato e lo stile, ma oscuro perché ricchissimo di erudizione (vi lavorò nove anni, come celebra Catullo in un suo carme).
Cinna scrisse anche il “PROPEMPTICON POLLIONIS” = “Propemptico per Asilio Pollione”, un carme di accompagnamento per un viaggio ispirato anche a Partenio. Compose anche altre poesie minori in distici, scazonti e faleci (i metri preferiti di Catullo), tutte molto eleganti ma mai leziose.
- Licinio Calvo (82-54 a.C.)
E’ lo scrittore neoterico che più si può avvicinare a Catullo, per gli affetti sinceri e potenti che esprime e per le forti critiche che muove, senza timore, ai triumviri.
Scrisse l’epillio “IO“, che narrava il mito, già tramandato da Callimaco, di Io, amata da Giove, tramutata in giovenca e costretta a vagare per fuggire all’ira di Giunone.
L’ “ELEGIA A QUINTILIA” (il cui modello fu sempre Partenio) fu lodata da Catullo per la potenza dell’affetot che vi era espresso, probabilmente rivolto alla moglie persa.
Altri poeti novi furono Cornificio, Ticida, Cecilio di Como.