Stabat Mater: melodico fluttuare di sentimenti

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Stabat Mater: melodico fluttuare di sentimenti

Consigliato da: Alessia Pellegrini


Pagine al ritmo del cuore

Questo libro, Stabat Mater di Tiziano Scarpa non è solo un romanzo ben scritto, significativo e dall’intensa storia romanzesca inserita in un particolare e definito contesto storico. Questo libro è articolato con una grande maestria di scrittore, oppure di maestro d’orchestra.
Ricordo ancora quando lo lessi alle superiori, in occasione di un incontro con l’autore stesso, e mi lasciò dentro molta meraviglia.

Di per sé, questo romanzo narra la storia di un’ “orfanella”, una tra tante, eppure l’unica su cui si focalizzi l’estro della musica.
Ci sono tutti gli elementi per rendere la storia interessante, romantica nel suo genere non romantico, passionale pur bandendo l’erotismo: un’orfana che scrive lettere alla madre mai conosciuta, un violino, “un giovane sacerdote, ha il naso grosso e i capelli color del rame. Si chiama ”’Antonio Vivaldi”.

Ma oltre alla storia, questo libro ha la capacità di evocare la bellezza.
Tra andamento musicale, prosa lirica e suggestiva ma mai compiaciuta, le pagine di Stabat Mater colpirono il mio cuore di ragazzina, e tuttora mi rimane di loro un ricordo allucinato.

In questo romanzo, vincitore del Premio Strega nel 2009, si respira la sacralità di un canto di chiesa, la commozione giovanile di Cecilia, una ragazza di sedici anni che insegue un sogno, una nota, ma soprattutto i suoi pensieri e la sua fantasia.
Capace di incantare con un ritmo fluido e profondo gli amanti della letteratura, della musica, o chiunque si affacci allo stile di Scarpa.

stabat mater tiziano scarpa
Illustrazione di Alessia Pellegrini

Impressioni sull’autore

Un uomo con barba e baffi, possente eppure spiritoso, di brio, d’ingegno, così appare all’esterno.
E di lui possiamo imparare a conoscere la parte “femminea” dei sentimenti, attraverso questa storia breve e rapida, infuocata, costellata di stimoli e rivelazioni.La sua anima teatrale e poetica emerge dallo stile: la narrazione è portata avanti in prima persona da Cecilia.
Nelle lettere alla Signora Madre ella rivela le sue paure, la sua identità nascosta che scalpita per emergere nell’Orfanotrofio, soprattutto nelle ore notturne, quando tutte dormono…

“Sì, io sono intima del buio, ma non ne sono per niente orgogliosa.”

Mentre Tiziano Scarpa chiacchierava con noi, come un comunissimo uomo di cultura, e ci risollevava con battute di spirito, tipiche di coloro che sanno di poter essere troppo noiosi per un pubblico di ragazzini, io, ragazzina, mi sorprendevo di questa “doppia anima”: l’anima di uomo, e l’anima di donna, o meglio, di scrittore.

Questo è l’arcano mistero della scrittura, dell’arte, della creazione: non si tratta solo di una finzione, come in uno spettacolo teatrale, ma di un’immedesimazione in qualcosa di altro da noi, che tuttavia fa di noi parte.
A volte bisogna progredire ed affrontare situazioni mai avvenute, altre, invece, bisogna regredire nelle viscere dei nostri sentimenti e delle nostre emozioni, negli anfratti della nostra anima, lasciarci guidare dalla melodia che ne scaturisce, e cavalcarne le note ma anche lo stridere degli strumenti che si accordano.
Le luci e le ombre, i rumori e le armonie.

Consiglio a tutti la lettura. E consiglio, già che ci siamo, anche la scrittura 😉 😉

Provare per credere!


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